Quali sono i risultati del piano Industria 4.0? Le aziende italiane hanno sfruttato i vantaggi offerti?
Nel mese di marzo vi abbiamo parlato di Industria 4.0 e dei relativi vantaggi riservati alle aziende. Quest’oggi Eost si propone di verificare i progressi realmente compiuti dal progetto economico denominato “Piano Industria 4.0” e quanto le aziende italiane siano state coinvolte all’interno di questo piano.
Rivediamo le premesse: lo Stato Italiano ha messo a disposizione fondi e sgravi fiscali per le aziende che decidono di investire in beni strumentali nuovi e in beni materiali e immateriali (software e sistemi IT) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. In particolare, vi abbiamo parlato di due tipologie di agevolazione fiscale presenti nel piano per l’industria 4.0: l’iperammortamento e il superammortamento.
Riportiamo quindi qualche dato per capire il reale impatto di questi finanziamenti sul sistema aziendale del nostro paese.
Tra le aziende aderenti al piano italiano si stanno programmando gli investimenti agevolati (in attesa di capire cosa ne resterà con la prossima legge di bilancio). Oltre la metà delle imprese aderenti al Piano (52%) ha deciso di usufruire del superammortamento al 140%, ed oltre un terzo (36%) ha deciso di sfruttare il più vantaggioso – ma anche più restrittivo – iperammortamento al 250%.
I numeri sono importanti; proprio per questo motivo lo stato (in accordo con Confindustria) ha deciso di istituire per decreto una proroga alla scadenza del piano Industria 4.0.
Stiamo parlando del cosiddetto “salva iperammortamento fiscale”: ulteriore proroga, di due mesi (con nuovo termine fissato il 30 settembre 2018) dopo che il decreto approvato dal governo aveva già disposto per l’ammortamento maggiorato al 250% un mini-allungamento.
Non si registra soltanto un aumento degli investimenti nel 2017. Cresce anche la consapevolezza delle imprese nei confronti del piano Industria 4.0, che muove un mercato da 1,7 miliardi di euro in Italia.
Sono i risultati dell’Osservatorio Industria 4.0 condotto dalla School of Management del Politecnico di Milano. Alessandro Perego, Andrea Sianesi e Marco Taisch, responsabili scientifici del documento, partono dall’annotare la riduzione del “gap di consapevolezza” rispetto al piano varato dal governo nel settembre 2016. Nel sondaggio che i ricercatori hanno condotto presso 241 imprese emerge che soltanto 8 su cento dichiarano di non conoscere il tema delle tecnologie digitali impiegabili nella filiera produttiva, quando dodici mesi fa la percentuale era al 38%.
I finanziamenti di cui sopra, tuttavia, e l’accresciuta consapevolezza delle imprese italiane non sono stati sufficienti per far ripartire il tessuto industriale della penisola. Il nostro paese si classifica infatti tra gli ultimi posti in Europa per uso di internet e per abbonamenti a banda ultralarga, prerogativa indispensabile per il corretto funzionamento delle nuove tecnologie.
Con l’aggravante del ritardo infrastrutturale nelle aree in cui si concentra il 65% delle imprese, proprio dove dovrebbe attecchire il piano Industria 4.0.
Per ovviare a ciò, il 20 luglio il Cobul (il comitato coordinato da Palazzo Chigi per la diffusione della banda ultralarga) ha istituito un piano di sostegno alla domanda da circa 1,3 miliardi tra voucher per le imprese e per le famiglie. Il contributo una tantum per l’allaccio a internet veloce dovrebbe aggirarsi attorno a 10mila euro per azienda, quello per le famiglie dovrebbe essere di 150 euro.
Questa misura, negli intenti del governo, dovrebbe incentivare l’utilizzo di internet superveloce e favorire la crescita delle nostre azienda (colmando il gap tecnologico che al momento divide il nostro paese dai restanti big del settore).
Solo il tempo ci dirà se il Piano Industria 4.0 otterrà il successo sperato. Tuttavia è da rimarcare un fatto di grande importanza: dopo diversi anni nei quali l’Italia ha ignorato le nuove tecnologie e le potenzialità che queste avevano in serbo, oggi finalmente il paese ha iniziato a camminare in direzione di un futuro più sostenibile e, si spera, migliore.