Il termine teleriscaldamento è ormai di uso abbastanza comune: si tratta di un servizio moderno e sicuro per riscaldare. Una centrale di cogenerazione termoelettrica (alimentata a gas naturale, combustibili fossili o biomasse) o un termo valorizzatore dei rifiuti urbani generano calore utilizzato per scaldare acqua o vapore; una rete di tubazioni interrate (di andata e ritorno) provvede alla distribuzione raggiungendo sia utenti privati che aziende. In alcuni casi nel teleriscaldamento vengono utilizzate anche la geotermia o il solare termico.
Il protocollo di Kyoto ha inserito il teleriscaldamento tra gli strumenti più efficaci per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
Tra le tante norme la Direttiva 2002/91/CE, recepita dal D. Lgs. 192/05 e s.m.i, obbliga le nuove costruzioni che distano meno di un chilometro da una rete di teleriscaldamento, a predisporre i propri impianti in modo da poter essere allacciati alla rete.
Il teleriscaldamento oltre a permettere l’azzeramento di emissioni è un sistema molto economico: gli oneri di gestione si riducono rispetto agli impianti tradizionali, i costi di manutenzione altrettanto. I vantaggi non sono solo per le abitazioni ma a maggior ragione per le aziende, sempre molto attente ad abbattere i costi energetici.
La prima città in assoluto a dotarsi di un impianto di teleriscaldamento è stata Brescia. Nel 1972 fu realizzato il primo impianto alimentando un quartiere della zona sud della città. Visto il buon consenso da parte dei cittadini nel giro di breve tempo le zone coperte sono cresciute fino ad arrivare oltre i 600 km di tubazioni attuali. Oggi il 70% degli edifici a Brescia (civili e industriali) è riscaldato attraverso il teleriscaldamento.
L’impianto di teleriscaldamento Cogeme di Castegnato, in provincia di Brescia, è alimentato dal calore prodotto dai reflui termici nelle vicine Fonderie Reboldi, ed è un esempio di come il teleriscaldamento può unire risparmio e tutela ambientale. Grazie ad una collaborazione tra pubblico e privato si è riusciti nell’intento di abbattere le emissioni (580 ton. in meno) riducendo le fonti fossili.
La rete di teleriscaldamento attualmente soddisfa il fabbisogno di oltre 300 utenze domestiche (circa il 12% delle totali) e di dieci edifici pubblici, riducendo quindi l’utilizzo delle caldaie integrative e del gas metano.
Inoltre, le abitazioni già allacciate al teleriscaldamento subiranno l’automatica riduzione della classe energetica di appartenenza, aumentando di fatto il valore economico delle proprietà. Il progetto è un esempio eccellente di sostenibilità ambientale e di collaborazione tra istituzioni, aziende e cittadini.