Dopo un periodo di costante diminuzione dei prezzi dell’energia elettrica, le tariffe di fornitura dell’elettricità per l’anno solare corrente hanno invertito il lungo trend con un rialzo dei prezzi all’ingrosso.
I prezzi di fornitura per l’anno solare 2018 (che si formano nel corso del 2017) dipendono da diversi fattori legati alla situazione geopolitica mondiale:
Nel corso del 2017 il prezzo del petrolio è passato dai circa 55 $/barile agli oltre 66 $/barile di gennaio 2018.
La tendenza al rialzo del mercato del petrolio influenza i prezzi di energia e gas che hanno effetti su tutte le aziende, per questo è fondamentale capire meglio quali sono le cause alla base dell’andamento del mercato.
La guerra dei dazi tra USA e Cina ha influenzato il prezzo del petrolio nel mese di aprile, in quanto le possibili ritorsioni da parte della Cina, secondo importatore del petrolio negli Stati Uniti, potrebbero produrre effetti negativi sulla relazione domanda/offerta.
La scorsa settimana le quotazioni del petrolio hanno visto un netto recupero a causa anche:
A questo si sono aggiunte le tensioni in Siria ed i fondamentali di mercato (domanda robusta, riduzione scorte USA, tagli OPEC) che continuano a supportare i prezzi.
Da inizio anno i prezzi del carbone hanno visto un trend in forte discesa, principalmente per effetto di un clima in Asia non particolarmente rigido e con abbondanti precipitazioni, quindi minor uso di carbone per riscaldamento e produzione termoelettrica.
Da fine marzo 2018 a oggi l’andamento del mercato ha registrato un trend al rialzo per effetto della riduzione delle scorte nei principali terminali ARA (Amsterdam-Rotterdam-Anversa), combinati con una ridotta previsione di produzione eolica in Germania (e conseguente maggior ricorso al carbone per produzione elettrica). Spostando il focus sul Pacifico, l’aumento delle scorte cinesi e la minore domanda elettrica fanno emergere fattori al ribasso.
Al momento il maggior impatto sulla risalita dei prezzi dell’energia elettrica è correlato soprattutto alle dinamiche di CO2 e gas.
Il mercato dell’anidride carbonica per la produzione di energia elettrica è storicamente depresso per effetto delle basse produzioni e quindi delle conseguenti basse emissioni in atmosfera di CO2; nelle ultime settimane ha visto un vero e proprio trend in aumento dei prezzi per effetto di due fattori:
Quest’anno i timori di mercato sono legati alle pressioni a sostegno dei prezzi a livello europeo, in particolare, la proposta francese di introdurre un prezzo minimo alle quotazioni dell’anidride carbonica: la prima proposta parla di 30 €/ton, quando le attuali quotazioni sono intorno ai 13 €/ton.
La scorsa settimana il mercato del gas per la produzione di energia elettrica si è aperto al rialzo, a causa della forte domanda di iniezione in stoccaggio.
Inoltre i prezzi più sostenuti del carbone hanno fatto aumentare l’interesse nei confronti del gas per la produzione di elettricità. A contenere eventuali picchi dei prezzi nel breve periodo sono le previsioni di temperature al di sopra della media e l’arrivo di due navi LNG (gas naturale liquefatto) dalla Russia.
In conclusione, l’attuale salita dei mercati sta cogliendo di sorpresa tutti gli operatori che concordavano su una probabile correzione al ribasso dei prezzi con l’avvio della primavera. Il forte timore è che ci possano essere delle forzature in atto da parte dei produttori a sostegno dei prezzi sostenibili anche in un lungo periodo, spostando l’intero scenario dei prezzi al rialzo in previsione del 2019.